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IO E IL GOLF – Capitolo 1

DiPietro Sciandra

Gen 6, 2018

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IO E IL GOLF

VERA STORIA DI PIETRO SCIANDRA

Cerca su www.youtube.com:Pietro Sciandra

Capitolo 1

Roma, oggi è il 28 aprile 1993. Io sono diventato socio del Parco De’ Medici Golf Club di Roma. Io ho solamente 13 anni ed io sto per cominciare la mia carriera nel mondo del golf. Da questo giorno io e il golf siamo una realtà che io non avrei mai aspettato né sperato in vita mia. E pensare che quando tutti i miei zii ed i miei compagni di classe non fanno altro che parlare di calcio io mi annoio ad ascoltarli e mi giro sempre altrove. Ma possibile che per gli italiani se non si parla di calcio, di donne o di macchine non ci siano argomenti? A sentire parlare di calcio tutti i giorni per tutto il giorno io non faccio che annoiarmi. Per fortuna che io mi distraggo con i videogiochi quando io non devo fare i compiti. Un giorno però nella mia vita accadde qualcosa di veramente sensazionale. Guardando i cartoni animati, il cartone animato “Tutti in campo con Lotti” (in foto) mi ha incuriosito talmente tanto che io cominciai a seguirlo tutti i giorni a tal punto da desiderare di giocare a golf veramente. C’è una puntata di questo cartone animato in cui c’è un giocatore veramente esistente con il nome cambiato, perché Lee Travino sarebbe Lee Trevino soprannominato Super Mex a cui è stato dedicato un videogioco del Nintendo, ovvero Lee Trevino’s Fighting Golf. Lotti che è un ragazzo povero senza padre e che Lotti deve lavorare per aiutare la sua mamma ed i suoi fratelli; conoscendo il gioco del golf, facendo una consegna, Lotti comincia a giocare a golf. Lotti diceva “spaghetti” dividendolo in sillabe mentre lui tirava perché gli spaghetti sono il suo piatto preferito e dicendo questo gli dava forza e coraggio per colpire forte la palla da golf. Io mi sono molto incuriosito e così io cominciai ad amare il golf sempre di più, scoprendo che le regole del golf sono talmente difficili che quando io sostenei il mio primo esame per avere l’handicap (colpi di vantaggio per bilanciare le possibilità di vittoria tra giocatori di differenti abilità) io fui bocciato. Riccardo Boccanera era il mio esaminatore che dopo avermi bocciato la prima volta, la seconda volta io ebbi l’handicap e quindi il diritto di essere classificato un vero giocatore di golf. I colpi di handicap sono 34 per le donne e 28 per gli uomini. Io sono diventato un giocatore di golf vero e chissà, se io non avessi mai visto quel cartone animato giapponese io non avrei mai amato e soprattutto nemmeno conosciuto il gioco del golf.

Quindi, ora io ho grazie a mio cugino Luciano la sacca da golf della marca Ping che Luciano mi regalò per il mio tredicesimo compleanno. Il giorno che io feci la cresima; mio cugino Luciano mi regalò i ferri 6 e 8, mio padre mio regalò il legno 3 con la testa di metallo e poi in seguito mio padre mi regalò il putter (bastone per imbucare la palla).

Quindi, avendo fatto la cresima e non dovendo più andare al catechismo il sabato pomeriggio; la mia vita sarebbe cambiata perché ora siamo io e il golf. Conosciuto il direttore del Parco De’ Medici Golf Club, ovvero Edoardo Fornaciari; io mi sentivo molto emozionato mentre io stavo con lui sul golf kart; mentre lui mi mostrava il percorso e facendomi vedere i giocatori in azione. Io amavo il golf, ma io non avevo alcuna intenzione di mettere da parte il minigolf; perché per me il golf ed il minigolf erano due parti molto importanti della mia vita, ovvero il golf ed il minigolf erano le due ali che mi facevano volare, tenendomi in equilibrio verso la libertà e la felicità per allontanarmi al di sopra di tutto e di tutti. Nulla mi rendeva più felice di giocare a golf. Quando io non ero ancora un giocatore di golf; ma comunque io ero già socio del Parco De’ Medici; io dovevo allenarmi in campo pratica a tirare quante più palline io potevo; un gettone del campo pratica per prelevare le palle da mettere in un cestino costa 5.000 lire. Il golf sarà sempre un gioco da ricchi. Così io tutti i sabati pomeriggi cominciai ad allenarmi al campo pratica del Parco De’ Medici. Io mi allenavo a tirare le palle dai tappeti di erba artificiale e dopo io mi allenavo sul campo da pitch and putt (approccia ed imbuca). Per un anno e mezzo io mi allenai in campo pratica senza poter mai andare sul percorso da campionato. Una volta Carlo Reali mi portò in campo con lui. Io ero molto emozionato, ma per recuperare una palla che io avevo perso e poi trovato; Carlo Reali non mi vide ed egli proseguì andando alla buca seguente. Io mi ero perso ed io piangevo ed urlavo in cerca di aiuto. Dopo, io vidi Carlo Reali che stava per cominciare a giocare la buca seguente e così lui mi chiese che fine io avessi fatto. Io con le lacrime per il forte pianto, io gli dissi di essermi perso. Io ero solo un bambino che andava per la prima volta sul campo da golf e Carlo Reali che era un giocatore bravissimo, lui doveva essere responsabile di me e assicurarsi della mia presenza accanto a lui prima di lasciare la buca che noi insieme avessimo terminato, prima di cominciare la buca seguente. Dopo essermi ripreso dal forte spavento per essermi perso sul campo dal golf; io sperai di non ricapitare mai più sul campo da golf con una persona più grande di me che non si assicuri della mia presenza prima di cominciare a giocare la buca seguente.

Superata questa paura di perdermi sul campo da golf; ottenuto l’handicap dopo aver superato l’esame, come appunto dopo essere stato bocciato e poi promosso; Riccardo Boccanera mi aveva consegnato ufficialmente il foglio di esame ufficiale. Ora, io dovevo solamente continuare ad allenarmi ed aspettare di partecipare al mio primo torneo di golf.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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