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PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE: LA STORIA DELL’ARTE HA DIMENTICATO LUDWIK LEJZER ZAMENHOF, PITTORI E SCULTORI SONO TUTTI COLPEVOLI.

DiChiara Fiume

Giu 30, 2018
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«La vera arte, quella che contestualizza la società umana di un determinato periodo storico, dove un singolo avvenimento dev’essere riportato per poterlo penetrare, valutare o giustificare, perde colpi, come nel caso di Ludwik Lejzer Zamenhof ». Parla così il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese intervistato da Emanuela Petroni per conto di Ciadd News Radio Tv ieri l’altro a Roma quando gli viene chiesto cosa non fa l’arte oggi. «Io stesso nel 2016 ho ideato e inaugurato la mostra pittorica che, con l’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia, l’Istituto Polacco al Ministero degli Affari Esteri, la Federazione Esperantista Italiana, la Città Metropolitana di Palermo, il Comune di Palermo, il Comune di Castronovo di Sicilia, la Guardia Marina Nazionale ed il Liceo Linguistico Statale “Ninni Cassarà”, il 15 dicembre dello stesso anno, giornata mondiale della letteratura esperantista, ha reso giustizia artistica a Ludwik Lejzer Zamenhof. Tuttavia solo una delle opere esposte dagli artisti che hanno partecipato all’esposizione ritraeva l’eminente Zamenhof. Era di un certo Potenzano, Sergio Potenzano. E a me venne naturale chiedergli di visionare altre sue opere. E da tutte le opere di Sergio Potenzano sporgeva una preziosa emozione poliedrica, sensibile dell’intera vita trascorsa: quel sentimento che compone immagini di gioia all’attiva bellezza del pensiero rappresentato. Dovrà dire che tutte le cose intorno sanno la sua incontenibile soddisfazione dentro. Lo fa con una rara mistura, di suoni del colore e dei soggetti, che rispecchia nativamente la varietà di voglia di vivere di ogni cosa. Ma è il disegno che ne porta le parole, determinandone i temi che nascono quasi totalmente dai ricordi che poi dipinge in quella sostanza – più preziosa di ogni gemma, più sottile di ogni aura, dove si formano sensibilmente quegli stati d’animo che è facile definire potenzaneschi – che muove dalla più rarefatta essenza della memoria, che è già parola, e poi si ordina in un sentimento di questa, disegno attento al senso figurativo e melodico. Rarissime e importanti sono le eccezioni, come il caso di  “Omaggio a Zamenhof”, che è l’idea di un confronto col ritratto del massone Ludwik Lejzer Zamenhof, medico ebreo polacco, che nel 1887 lancia l’Esperanto, lingua artificiale diffusasi nel mondo come strumento neutrale di comunicazione tra persone di diversa cultura. Si resta turbati da come la storia dell’arte sia iconograficamente priva di Ludwik Lejzer Zamenhof, corre dunque l’obbligo di mostrare gratitudine al pittore Sergio Potenzano che con questo suo dipinto sopperisce alla manchevolezza storica. Quest’acrilico su tela del 2016, appositamente creato per la mostra con l’Ambasciata della Repubblica di Polonia, possiamo dire, senza paura di essere fraintesi, si è trasformato in parola. La cifra stilistica è tale che la melodia assume su di sé l’illimitato compito espressivo che ha acquistato dal complesso di linee pronunciato; fisionomia e senso proprio circoscrivono la bellezza dell’immagine accolta in prima sintesi. Il dipinto vuole essere scoperto a poco a poco: la sua natura non è soltanto comunicativa, è, direi, pensosa: dietro la stessa sembianza si svela una vita più profonda e un sentiero lungimirante, quello tracciato dal personaggio Zamenhof. Chiaro nella mente di Sergio Potenzano il motivo si arricchisce di ora in ora durante la creazione, palese più che non quello d’altri pittori, per il soggetto stesso e le sue prospettive poetiche, con sapientissima spazialità, è una distesa vibrante, che par simile alla carta sensibile su cui lasciò l’orma una fotografia, e ora sotto il liquore chimico, di là dalle prime, rivela più lontane e celate orme. Nato a Palermo il 20 gennaio 1959, Sergio Potenzano ha frequentato ibidem l’Accademia di Belle Arti sotto la direzione artistica del prof. Ninni Sacco. Per lui si sono già espresse autorevoli personalità come il prof. Enzo Santese nella recensione pubblicata nel 2009 dalla Casa Editrice Mondatori su “Pittori contemporanei Italiani”. Ma in questo dipinto dedicato a Zamenhof, di andamento più meditativo, i suoni, in quel congiungimento di comunicazione di colori e di persone diverse nel linguaggio, hanno certamente una parte più intensa del rapporto metaforico vocalizzato sulla tela dalle lettere alfabetiche: così al soggetto l’autore pone insieme intelligenza, studio, sentimento, penetrazione della nebbia, amore, sicurezza, determinazione, giacché nel punto estremo di una lirica, tutto, in una sintesi, viene adunato. Il volto che ritrae è perfetto, di una perfezione eterea, immateriale. L’incarnato non è pelle, è trasparenza fatta luce con notevole manipolazione che diventa suggerimento ottico dei rapporti spaziali, e ancora diventa suggestiva della personalità individuale di Zamenhof. La brillantezza dei colori ritrae l’illuminazione del pensiero esperantista, il verde ne ritrae la speranza. Le nuances dei rossi sul viso specificano la perseveranza e la forte dedizione di Zamenhof. Le altre cromie sono frutto di scelte armoniose ma prospettano anche una fisionomia artistica che segna un nuovo periodo di Potenzano, con caratteri precisamente definiti, riconoscibili, ed in qualche modo riconducibili alla personalità specifica del soggetto rappresentato, la cui influenza si intreccia con le motivazioni individuali del pittore e le scelte estetiche che consapevolmente conseguono le motivazioni artistiche. Onore al merito».
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Di Chiara Fiume

Paolo Battaglia La Terra Borgese (Piazza Armerina, 28 luglio 1960) è un critico d'arte, saggista e politico italiano. È laureato in Scenografia con lode. Sino al 1999 ha sostenuto professionalmente aziende nazionali operanti nei mercati di nicchia per l’arte e l’editoria artistica per bibliofili, prestando a loro consulenza sulle scelte editoriali definitive. Dal 2000 la sua opera è diretta a redigere e arricchire testi per terze parti. Nel 2011 fonda il Premio Arte Pentafoglio, onorificenza atta a insignire annualmente artisti, letterati e comuni cittadini che hanno orientato il proprio pensiero e la loro azione verso il bene umanitario. Tra le figure più autorevoli insignite dell’onorificenza spicca quella di Philippe Daverio. Nel 2012, Paolo Battaglia La Terra Borgese sigla una convenzione con l’Università degli Studi di Palermo, divenendo Tutor nei tirocini per laureati e laureandi. Dal 2015 al 2018 presta consulenza artistica al Comune di Castronovo di Sicilia, dove gestisce la nascita del Museo Civico di Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Giandalia. Quale critico d’arte ha anche operato a fianco dell’Ambasciata di Polonia in Italia, dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia, dell’Ambasciata d’Austria, di Organismi Internazionali tra i quali l’UNESCO; e con Scuole Pubbliche, l’Ordine dei Giornalisti, l’Ordine dei Medici e Poste Italiane. Nel 2017 Paolo Battaglia La Terra Borgese è cofondatore a Milano del partito Italia Attiva. Di area assolutamente liberale, il partito si propone quale treno del libero pensiero per i comparti produttivi del Paese con particolare attenzione al mondo delle professioni, per lo sviluppo sano della società italiana e comunitaria dell’Europa. Temi costanti, lungo la sua professione, sono: la stima di opere artistiche, la cura di quotazioni ufficiali di opere d’arte attraverso il rilascio del coefficiente d’artista, la redazione di testi per la critica artistica, la pubblicazione di libri e monografie per pittori e scultori, la creazione di bibliografie, la cura di mostre in enti pubblici e privati, l’acquisizione di opere d'arte nel patrimonio artistico di Enti Pubblici, le comunicazioni stampa del proprio Studio e le intermediazioni culturali tra Enti Pubblici e Artisti. Sue ultime opere sono: “Esseri”, Bonanno Editore. ISBN 9788896950913; “In viaggio con Dante”, Bonanno Editore. ISBN 97888961807253. Questa biografia breve, di Paolo Battaglia La Terra Borgese, è stata curata da Emanuela Petroni, attrice, regista.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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