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“CRITICATI” DA PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE – OPERE E AUTORI

DiChiara Fiume

Mag 12, 2016

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Paolo Battaglia La Terra Borgese “Calle e Galli” – 2015, acrilico e pennarelli su tavola, cm 85 x 65

Antonella Mira Spanò

opera: “Calle e Galli” – 2015, acrilico e pennarelli su tavola, cm 85 x 65

Figlia d’arte come Domenico Antonio Tripodi o Francesco Toraldo, anch’essi pittori calabresi, Antonella Mira Spanò vive a San Pietro a Maida in Calabria – terra fertile di grandi letterati come Talete e forse (calabrese) Pitagora, terra fertile di armoniose voci come quelle di Rino Gaetano e Mia Martini,  di grandi patrioti come Florestano Pepe e i Fratelli Bandiera e di grandi firme della moda come Gianni Versace, ma anche di noti attori come Ninetto Davoli -, dove veste di colorazione genuina, dagli accenti accesi, talvolta garrenti come vele al vento, il fondamento espressivo di dipinti in cui la realtà costituisce soltanto un punto di inizio per un libero e audace viatico interpretativo dotato di una propria armonia spirituale interna – a dirlo è il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese – . La pittrice guarda alle lezioni di Braque e Picasso mentre l’artista anela a diventare una vita libera con la sua pittura, a scrollarsi di dosso le problematiche della vita, e amalgama abilmente la tecnica pittorica con la sua cultura personale, dimostrando una maestria che raramente si rivela con simile efficacia nella creatività di chi opera da autodidatta.

La spiritualità è presente sia nel simbolismo che nell’orientamento filosofico dei dipinti di Mira Spanò. La pittrice crea con la stessa purezza dei suoi colori, libera da pregiudizi, mirando esclusivamente su un intimo riconoscimento scevro da ogni  velleità di titoli che non cerca. Quasi volesse perfezionare sé stessa dipinge per sentire meglio e mai per proporre quell’artista che di fatto è già divenuta.

È arduo dire se il sistema comunicativo di Mira Spanò privilegi  la rappresentazione schematica oppure quella delle atmosfere e dei contorni. Certamente un primo studio deve avanzare basilarmente dall’impianto filosofico e contenutistico per poi procedere verso quello della critica estetica. In questa logica Mira Spanò è anzitutto maestra del codice, del simbolo, e propone la sua pittura come mediazione che attraverso l’insieme delle schermate astratte si fa comunicazione per rappresentare con gli stessi effetti dell’efficacia antropomorfica l’essenza divina. A conciliare la realizzazione pittorica di questi particolari aspetti filosofici ed esoterici intervengono la notte e il silenzio, compagne di pittura dell’artista.

Mira Spanò attinge dalla Tradizione il livello animico che figura con acrilici e smalti per spingere ed elevare a percezioni molto più profonde, dirette ai sentimenti, alla fantasia, alla psiche ed alle energie sottili. Ha conquistato la libertà totale da ogni forma imitativa, nel tentativo di abolire il contenuto ed esprimere le emozioni solo attraverso la forma e il colore.  Si evince bene tutto questo in “Calle e Galli”, blu e rossi di acrilico e pennarelli, stesi su una tavola di 85×65 centimetri, inneggiano alla cresta del gallo, creatura simbolo della rinascita, esso è impronta della immanenza di una perfetta volontà creatrice perennemente presente e vigile sull’indiviso Universo. Colori forti che narrano la  simbologia positiva e solare del gallo, significata dalla sua peculiarità di annunziare il sopraggiungere del nuovo giorno, così secondo Mira Spanò, come i mitografi rinascimentali, il gallo è sacro ad alcune divinità solari quali Apollo, in quanto annuncia la mattina e il conseguente sorgere del sole. I blu ancestrale, celestiale e ineffabile del fondo dallo stacco netto accompagna inoltre a Mercurio, protettore dei mercanti, e a Marte, dio della guerra, poiché è stato considerato anche simbolo della vigilanza, una virtù ritenuta indispensabile sia per i mercanti che per  soldati. Raccontata nell’opera con lo schiarire dei colori che scacciano le tenebre nella parte centrale del dipinto è la dottrina cristiana che considera l’animale immagine del potere della luce, il gallo dunque veglia nelle ore di oscurità e annuncia la luce di Cristo che sorge a Oriente. Per questo motivo una sua effige è posta qui come già sulle chiese romaniche rappresentate nel quadro da motivi architettonici. Anche se a prima vista ci potrebbe sembrare un semplice appiglio, il superamento dell’oggetto da parte di Mira Spanò, con la scelta dei colori per esprimere taluni concetti in questo dipinto, si sintetizza nelle tinte molto ricche di spunti e di riflessioni e rivelano un deciso criterio di astrazione concettuale ed una fortissima sintesi formale del dato reale. La figura del gallo allude infatti, ed inoltre, alla Passione di Gesù riassunta con un  rosso immateriale dominante astratto dalle ciliegie, frutti che rimandano a questo concetto.

Con la ricerca di contrasti campiti la pittrice pronuncia efficacemente un contatto tra cielo e terra e ricollega il fondo al resto. Intervengono pennellate decise di colori prevalentemente puliti in tutta l’opera ad esprimere la purezza, altro tema fondamentale della tavola, raccolta poi simbolicamente con testimonianza e prova concreta nelle calle dipinte anacronisticamente.

 

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Di Chiara Fiume

Paolo Battaglia La Terra Borgese (Piazza Armerina, 28 luglio 1960) è un critico d'arte, saggista e politico italiano. È laureato in Scenografia con lode. Sino al 1999 ha sostenuto professionalmente aziende nazionali operanti nei mercati di nicchia per l’arte e l’editoria artistica per bibliofili, prestando a loro consulenza sulle scelte editoriali definitive. Dal 2000 la sua opera è diretta a redigere e arricchire testi per terze parti. Nel 2011 fonda il Premio Arte Pentafoglio, onorificenza atta a insignire annualmente artisti, letterati e comuni cittadini che hanno orientato il proprio pensiero e la loro azione verso il bene umanitario. Tra le figure più autorevoli insignite dell’onorificenza spicca quella di Philippe Daverio. Nel 2012, Paolo Battaglia La Terra Borgese sigla una convenzione con l’Università degli Studi di Palermo, divenendo Tutor nei tirocini per laureati e laureandi. Dal 2015 al 2018 presta consulenza artistica al Comune di Castronovo di Sicilia, dove gestisce la nascita del Museo Civico di Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Giandalia. Quale critico d’arte ha anche operato a fianco dell’Ambasciata di Polonia in Italia, dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia, dell’Ambasciata d’Austria, di Organismi Internazionali tra i quali l’UNESCO; e con Scuole Pubbliche, l’Ordine dei Giornalisti, l’Ordine dei Medici e Poste Italiane. Nel 2017 Paolo Battaglia La Terra Borgese è cofondatore a Milano del partito Italia Attiva. Di area assolutamente liberale, il partito si propone quale treno del libero pensiero per i comparti produttivi del Paese con particolare attenzione al mondo delle professioni, per lo sviluppo sano della società italiana e comunitaria dell’Europa. Temi costanti, lungo la sua professione, sono: la stima di opere artistiche, la cura di quotazioni ufficiali di opere d’arte attraverso il rilascio del coefficiente d’artista, la redazione di testi per la critica artistica, la pubblicazione di libri e monografie per pittori e scultori, la creazione di bibliografie, la cura di mostre in enti pubblici e privati, l’acquisizione di opere d'arte nel patrimonio artistico di Enti Pubblici, le comunicazioni stampa del proprio Studio e le intermediazioni culturali tra Enti Pubblici e Artisti. Sue ultime opere sono: “Esseri”, Bonanno Editore. ISBN 9788896950913; “In viaggio con Dante”, Bonanno Editore. ISBN 97888961807253. Questa biografia breve, di Paolo Battaglia La Terra Borgese, è stata curata da Emanuela Petroni, attrice, regista.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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