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APPRENDERE LA PAPIROLOGIA – CAPITOLO 4

DiPietro Sciandra

Mag 19, 2016

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Medievalmanus

 

APPRENDERE LA PAPIROLOGIA

A cura di El Tigre

Capitolo 4

Nell’Egitto faraonico, lo scriba era presente in tutte le attività da quella pubblica a quella privata a quella religiosa. Nell’Antico Regno d’Egitto (2700-2195 a.C. circa), lo scriba proveniva da una famiglia molto ricca e per questo egli poteva imparare a leggere e scrivere. Le persone che sapevano leggere e scrivere in Egitto erano l’1% della popolazione e al massimo il 5%. Il corredo dello scriba fu rinvenuto da Howard Carter all’interno di un cesto nei pressi di un tempio della regina Hatshepsut a Deir el-Bahari nella Valle del Re (1500 a.C. circa). Due astucci che contenevano uno 26 calami e l’altro 15 calami; una tavolozza lignea per il pigmento rosso e nero. Ritrovati anche un rotolo di lino, rotolo di papiro. Il calamo aveva un diametro di 1,5-2,5mm circa ed una lunghezza di 20cm. L’uso del calamo fu introdotto nel III secolo a.C.

Dopo il 230 a.C. il pennello fu abbandonato.

I pigmenti erano ricavati da pigmenti minerali, estratti vegetali e qualche sostanza di origine animale.

La nascita del codice, ovvero un nuovo libro che nel IV secolo d.C. si affiancò all’utilizzo del papiro fino a sostituirlo quasi del tutto. Un codice papiraceo (in foto) datato all’incirca al 200 d.C. che contiene parte del Vangelo di Giovanni ed è largo 14,2cm ed alto 16,2cm.

Nel III secolo d.C., i codici papiracei costituivano l’86% dell’intera produzione greca. Difatti; fino al V secolo d.C., su 100 codici, 55 sono di papiro.

La nuova forma libraria, il codice permise di recuperare molti documenti antichi importanti, tra cui Iliade ed i vangeli, trattati grammaticali e medici.

Il codice ha un doppio vantaggio, ovvero la capienza e la maneggevolezza. Il codice proviene comunque dall’Egitto. Il codice si sostituì lentamente al rotolo. Il codice poteva racchiudere un testo molto lungo che invece un rotolo avrebbe richiesto una lunghezza smisurata. Sul codice si poteva scrivere su entrambe le facciate. Il codice era racchiuso in pagine rilegate di legno o cuoio. I classici libri di lusso restano i codici biblici Vaticano e Sinaitico (IV secolo d.C.) e il Dione Cassio Vaticano (V secolo d.C.).

Il codice era usato anche a Roma (attuale Italia) con un insieme di tavolette utilizzate per scopi amministrativi e legislativi.

Il fascicolo del codice papiraceo è costituito da uno o più fogli, piegati nel mezzo, inseriti l’uno dentro l’altro e tenuti insieme da una cucitura. Ogni bifoglio, dunque, è costituito da due fogli, ogni foglio ha due pagine (o facciate), un bifoglio ha quattro pagine.

I codici papiracei più antichi contenenti testi letterari greci sono costituiti da un solo fascicolo di tanti bifogli sovrapposti oppure da più fascicoli ciascuno dei quali formato da un solo bifoglio.

I vangeli di Luca e Giovanni avevano 36 bifogli o 72 fogli e 144 pagine. Una opera dell’Iliade di un fascicolo di 31 bifogli o 62 fogli e 124 pagine. Il codice in ambito greco resta di papiro fino a tutto il V secolo d.C.

Il codice pergamenaceo come il papiro aveva il lato pelo ed il lato carne; essendo di derivazione animale. Anche il codice pergamenaceo era diventato importante per la fascicolazione.

Turner distribuì 165 codici pergamenacei in 14 gruppi. Essi risalgono al IV-V secolo d.C., ed 800 d.C., ma anche X secolo d.C., e II-III secolo d.C., e VI-VII secolo d.C.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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