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IL DIVORATORE DI ANIME – Capitolo 165

DiPietro Sciandra

Lug 28, 2017

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Capitolo 165

Roma, 25 dicembre 1888

Chi scrive è Simone De Angelis. Io ho sconfitto il 21 dicembre Maurizio Belmonte. In questi quattro giorni ho riflettuto molto. Ho trovato il diario di Maurizio Belmonte su cui sto continuando a scrivere. La sua vita è ora la mia vita. Io ho dovuto lottare contro ogni forza del male. Persino un toro era a difesa di Maurizio Belmonte. Mai prima d’ora l’uomo ebbe una missione di così tale importanza. Io con una frusta, un coltello ed una catena ho dovuto affrontare nemici di ogni genere. Spero che in futuro i miei discendenti non abbiano a che fare con un tipo del genere. Maurizio Belmonte, chiamato anche Divoratore di Anime è morto. Questo non è tutto, perché la sua terribile maledizione è solo all’inizio, difatti Belmonte mi disse:

Anche se mi uccidi prima o poi rinascerà uno come me e mi vendicherò!”

Questa sua affermazione mi fece gelare il sangue e sono sicuro che sia possibile. Qualcosa in lui era veramente così…poco umana. Ho avuto a che fare con il diavolo. Lui può essere ucciso, ma non sconfitto, perché comunque lui tornerà; e non ha bisogno di 1000 anni per ritornare.

Altre cose che so su di lui sono che fosse un terribile assassino, un usuraio, un essere demoniaco, un uomo molto triste come nessun altro uomo è stato prima di lui, o almeno di rara tristezza. Non potrò mai dimenticare il suo odio per l’oro, strumento con cui l’ho potuto uccidere e precisamente con una croce d’oro che gli ho messo intorno al collo. L’oro è l’elemento della sua prigionia e ciò che odia di più. Leggendo la sua vita su questo suo diario su cui io continuo a scrivere; ho scoperto che l’oro fosse la sua Ragione di vita. Non ho commesso un errore di scrittura scrivendo Ragione con la R maiuscola; perché per gli illuministi la Ragione era una divinità. Non voglio dire che Belmonte fosse illuminista, ma che per lui l’oro fosse una divinità e quindi Belmonte avrebbe scritto Oro e non oro. Molto probabilmente lui volle far in modo di sostituire l’affetto mancato dei suoi genitori con tutte le ricchezze del mondo e divenire lui come un dio. Ogni ricchezza comporta potere. Quindi lui voleva fare a tutti cose peggiori di quelle che avesse ricevuto. Considerando che egli non avrebbe mai potuto ottenere giustizia perché di quei briganti non si seppe più nulla, l’unico modo che ritenne più vicino al concetto di giustizia fu solo la vendetta e quindi fare pagare a tutto il genere umano l’errore di quei due briganti o almeno così ho sentito. L’errore che il demonio non ammetterà mai è l’indifferenza, quindi gli ignavi che non faranno mai parte del suo popolo; i demoni. Gli ignavi sono scacciati sia dall’inferno che dal paradiso, ma non avendo fatto il bene non possono andare in paradiso. Quindi per esclusione; come diceva anche Dante Alighieri nella Divina Commedia; dovevano finire nell’inferno dopo essere stati in purgatorio.

Secondo me, invece non meritano nemmeno l’inferno, e devono vagare all’infinito senza trovare pace e a quanto pare Belmonte pensava lo stesso. Non siamo più nel medioevo e non si può più credere a queste credenze; almeno io. Perché un uomo così ricco decide di arricchirsi ai danni degli altri?

Se non riesci ad estinguere il tuo dolore, puoi solo far soffrire gli altri più di te, in modo da sentirti meglio.

Belmonte ha perso la sua anima; ma non gli permetterò di prendersi quelle degli altri, perché di tante anime non ne aveva più una sua. Uccidere lui non è come uccidere un uomo; perché si può uccidere un corpo; ma prima o poi uno spettro simile tornerà fra noi e su questo deve vegliare la mia dinastia e combattere per evitare la fine dei giorni. Per questo io tramanderò questo diario ai miei discendenti che dovranno vegliare sull’eventuale ritorno del Divoratore di Anime e saperlo riconoscere e soprattutto saperlo affrontare e distruggerlo. Il suo vantaggio è che non è visibile ad occhio umano. Storicamente solo la Chiesa può riconoscerlo e placarlo. Il demonio non appare sempre con le stesse sembianze, per questo noi siamo sempre soggetti a rischio. Perché un uomo senza tempo, senza epoca, senza anima e senza voglia di vivere deve ritornare all’infinito per tormentare gli esseri umani felici? Forse perché il regno dei felici non potrà mai essere il regno degli infelici. Gli infelici vorranno distruggere la felicità dei felici per invidia. Gli uomini senza anima tormenteranno gli uomini di Cristo che saranno dovuti a ribellarsi e combattere. Due mondi all’apparenza uno solo dovranno prima o poi affrontarsi. Non sempre è possibile la coesistenza tra popoli troppo diversi…”

FINE DEL DIARIO

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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