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IO E IL GOLF – Capitolo 9

DiPietro Sciandra

Gen 11, 2018

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Capitolo 9

Giocando a golf al Parco De’ Medici Golf Club a Roma; io incontrai molte persone famose a cui tuttora io faccio fatica a credere. Io non potevo di certo dimenticare i miei inverosimili incontri. Io faccio tuttora fatica a mettere in ordine ed a ricordare tutte le persone che io incontrai; ma io non posso certo dimenticare delle persone del genere a cui io mi sento doveroso dedicare a loro questo mio capitolo.

Io stavo per andare verso gli spogliatoi per andare a lavarmi dopo aver finito il torneo; ma a un certo punto, io vedo su un green qualcuno che mi sembra di aver visto in tantissimi film di successo. A prima vista io facevo fatica a crederci, persino dopo così tanti anni io non riesco ancora a crederci; ma quello che sta giocando a golf su quel green che lui ha in testa quel cappello che si chiama coppola; ma lui è…Sylvester Stallone.

Un altro giorno, invece, mentre io continuavo ad allenarmi sul putting green; io vedo qualcuno che io ho già visto in televisione, ovvero il giocatore professionista di golf che si sta allenando sul putting green insieme a me è Giuseppe Calì. Giuseppe Calì mi guarda e lui mi sorride perché lui capisce che io lo ho riconosciuto.

Io ho incontrato, vedendoli entrambi da lontano; comunque io avevo capito bene chi loro fossero. Una volta io vidi Giorgio Senise che è il giudice arbitro che spiega le regole del golf e che lui si vede sul canale televisivo Retemia nel programma “Oggi golf”.

Una altra volta io avevo visto da lontano Mario Camicia che presenta il programma televisivo “Il grande golf” in onda su Italia 1.

Una altra volta mentre io mi stavo dirigendo verso il campo pratica per allenarmi; io vedo sulla buca 1 due persone che mi sembrano familiari perché io avevo visto loro in televisione; ma loro sono il principe Ascanio e Katia che si erano conosciuti al programma televisivo su Canale 5, partecipando entrambi come concorrenti al Grande Fratello. Poi Ascanio e Katia diventarono marito e moglie, dopo essersi conosciuti al Grande Fratello facendo i concorrenti.

Una altra volta, io vidi da parte seduto qualcuno che mi sembrava di aver visto in televisione e comunque di cui io sentivo parlare molto spesso; con tutto che io non seguissi il calcio; quello è…Fabio Capello l’allenatore della Roma. Io mi avvicino a lui con grande entusiasmo; ma l’autografo non è per me ma per una ragazza che mi sta tanto a cuore, ovvero Michela che è una barista. Io chiedo l’autografo a Fabio Capello per questa ragazza. Fabio Capello è tanto gentile ma lui mi sembra un po’ infastidito come se io lo disturbassi senza avergli interrotto nulla. Dopo avermi fatto l’autografo per Michela, scrivendomi dei saluti per lei, io gli avevo chiesto di scrivere dei baci da parte sua ma lui si rifiutò. Dopo un po’, un cameriere mi chiede di non disturbare il mister. Io ero preso dalla collera. Una persona famosa senza ammiratori è come nel deserto una persona come tutte le altre persone; non si può diventare personaggi pubblici e quindi persone famose e poi scansare le persone che vogliono avvicinarle come se esse fossero degli appestati di qualche malattia contagiosa. Difatti, io grazie a lui, io fui costretto a non prenderlo come esempio se io un giorno fossi diventato famoso.

Invece, un altro giorno io incontrai Cafu con tutta la sua famiglia, il mitico giocatore brasiliano di calcio che diventò campione del mondo nel 2002, coppa del mondo di calcio disputata in Sud Corea ed in Giappone. Coppa del mondo di calcio che passò alla storia per i gol validi non assegnati perché creduti in fuorigioco e per i gol in fuorigioco che invece venivano assegnati. L’Italia che fu eliminata al turno degli ottavi dalla Corea del Sud al golden goal, ovvero ai tempi supplementari la prima squadra che segna vince ed interrompe immediatamente la partita avendo segnato il gol.

Durante il torneo European Club Cup Albacom Trophy qui nel 2000 da mercoledì 8 a sabato 11 novembre al Parco De’ Medici; ovvero un campionato europeo a squadre maschili su 72 buche, ovvero 4 giri del percorso, con la formula stroke play, in cui ci sono 22 squadre partecipanti ma le nazioni partecipanti non sono 22 ma 21, perché la Danimarca ha due squadre partecipanti. Ogni squadra è composta da 3 giocatori. La classifica individuale è di 66 giocatori. Invece la classifica a squadre è data dai 2 migliori punteggi finali di 3 ad ogni giro e poi tutti e 4 sommati per il punteggio totale alla squadra che ha impiegato meno colpi fino alla squadra che ha impiegato più colpi. La classifica individuale vide il vincitore francese Jean Jacques Wolff con i 4 giri -4 67 +4 75 par 71 +1 72 con il totale di +1 285. Difatti il par del percorso del Parco De’ Medici era diventato in occasione di questo torneo non più 72 ma 71. Invece l’Irlanda vinse con i 4 punteggi di 152 147 137 143 con il totale di +11 579. L’Italia si classificò sedicesima con +40 608.

Dopo questa breve spiegazione, ora io vengo al dunque; perché durante questo campionato europeo a squadre, io incontrai il capitano non giocatore dei Paesi Bassi, ovvero il leggendario Marco Van Basten. Io chiesi l’autografo a Marco Van Basten per mio zio Leonardo Calamo che è tifoso del Milan.

SYLVESTER STALLONE

MARCO VAN BASTEN

GIUSEPPE CALI’

KATIA E IL PRINCIPE ASCANIO

CAFU

MARIO CAMICIA

FABIO CAPELLO

 

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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