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RICERCHE E INCANTESIMI – Capitolo 9

DiPietro Sciandra

Apr 15, 2020

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Capitolo 9 

Così, oramai fatto giorno; dopo aver dormito e mangiato tutti e 4 alla locanda e aver pagato 8 pezzi d’oro in totale, ovvero 2 pezzi d’oro a persona; restando ora 38 pezzi d’oro a Kaor, Igor, Gianni e Trojan. Gianni beve e fa bere a Kaor, Igor e Trojan il filtro di rigenerazione e guarigione, così facendo guarendo tutti e quattro. 

Alla locanda, poco dopo il pranzo, Trojan dice a Kaor e Igor:

“Voi che avete da dirmi? Come state voi due?”

Igor dice a Trojan:

“Bene, fortuna che io e Kaor avevamo i guardamano della armatura magica, a una mano per ciascuno di noi! Con la mano inguantata io e Kaor siamo riusciti a sconfiggere quei due bestioni!”

Trojan dice a Igor:

“C’è altro?”

Kaor guardando Igor risponde poi a Trojan:

“Si! Il vecchio della montagna potrebbe sapere dove si trova Achilles! Sai chi è Achilles?”

Trojan dice a Kaor:

“Achilles?! Io lo sto cercando, la mia ricerca è trovare proprio lui per ucciderlo e salvare il mio popolo! Quindi il vecchio della montagna non serve più solo a Gianni ma pure a me!”

Kaor dice a Trojan:

“Ma che vuoi dire?”

Trojan dice a Kaor:

“Gianni vuole trovare il vecchio della montagna per farsi dire l’ubicazione della città di Shangri-La; io invece da ora non solo dovrò aiutare Gianni a trovare il vecchio della montagna per la sua ricerca ma anche per la mia!”

Igor dice a Trojan:

“Ma che fine avete fatto te e Gianni ieri notte? Le vostre commissioni?”

Trojan dice a Igor e Kaor:

“Io ero andato ad una casa ma c’era una trappola per uccidermi, qualcuno mi aspettava e forse la stessa persona che mi aveva dato la chiave di quella casa!”

Kaor dice a Trojan:

“Allora non hai ottenuto nulla ieri? Anzi potevi restare ucciso?”

Trojan dice a Kaor:

“Si! Io ho tagliato la testa al mio assalitore e con il buio non ho saputo riconoscerlo!”

Igor dice a Gianni:

“Così, tu pure stavi per morire ieri; io e Kaor non eravamo in grado di combattere quella belva e così Trojan ti ha salvato la vita! Io e Kaor eravamo troppo stanchi per combattere quella bestia!”

Gianni dice a Igor:

“Già! Vero! Io avevo lanciato il coltello da lancio al lupo mannaro e il coltello gli era rimasto infilzato senza ferirlo! Strano, vero?”

Trojan dice a Igor, Gianni e Kaor:

“Facendomi coraggio avendo addosso la corazza dell’armatura magica io ho aiutato Gianni per salvarlo, ma io avevo capito che il metallo della lama poteva fare la differenza e con la mia daga d’argento, io infilzandola ripetute volte ho ucciso la bestia! Serviva una lama d’argento per ucciderla!”

Trojan dice a Igor, Gianni e Kaor:

“Io ho ancora la lampada di Aladino! Potrebbe servirci ancora?”

Gianni dice a Trojan:

“Io non lo so ma non gettarla!”

Igor dice a Gianni, Trojan e Kaor:

“Dopo aver liberato gli gnomi che volevano uccidermi; io avevo portato il mazzo di chiavi con me! Noi potremmo tornare laggiù ed andare a vedere se ancora c’è qualcosa! Che ne dite?”

Gianni dice a Igor:

“Stando qui noi non otterremmo nulla! Bisogna continuare ciò che noi abbiamo cominciato!”

Trojan dice a Gianni:

“Cioè farci ammazzare?”

Gianni dice a Trojan:

“Io e te dobbiamo trovare il vecchio della montagna, ricordi tu?”

Trojan dice a Gianni:

“Io ho saputo dai gemelli che il vecchio della montagna sa pure il nascondiglio di Achilles che cerco io! La tua ricerca è fusa con la mia ora! Io non cerco più il vecchio della montagna solo per aiutare te ma pure per me ora!”

Gianni dice a Trojan:

“Visto che il vecchio della montagna serve a tutti e due, diamoci da fare! Igor! Prendi il tuo mazzo di chiavi!”

Ritornando così al corridoio, Igor, Kaor, Gianni e Trojan; Igor appoggia l’orecchio alla porta e sentendo un brontolio sordo. Igor apre piano, e con un’occhiata entrando Igor, Gianni, Kaor e Trojan capiscono che si tratta del canile della fortezza. Parecchi molossi, dagli occhi iniettati di sangue, sono rinchiusi in robuste gabbie addossate alle pareti della stanza. Sparpagliati qua e là Gianni, Igor, Trojan e Kaor vedono dei collari irti di punte acuminate, e inoltre cinghie e catene usate per tenere a bada i feroci cani. Il mastro di caccia non c’è. Igor, Kaor, Gianni e Trojan potrebbero approfittarne per frugare nella stanza; ma un grosso mastino infernale, nero e forte quanto un cavallo, tenta di rompere la catena con le zanne affilate per gettarsi su uno dei quattro intrusi. Il mastino cerca di spezzare le catene con uno strattone violentissimo, il mastino vuole azzannare la gola ad uno dei quattro intrusi…

Igor, Kaor, Gianni e Trojan sono fortunati stavolta: la grossa catena che trattiene il mastino resiste. Folle d’odio, l’animale diabolico digrigna i denti: ma bisogna stare bene attenti a non avvicinarsi troppo e restare fuori dalla portata dei suoi morsi. Igor, Kaor, Gianni e Trojan si guardano intorno, ma scoprendo che non c’è nulla che a loro possa servire. I cani abbaiano sempre più forte, e c’è il rischio che il mastro di caccia ritorni. Venire qui oltre che un rischio è stato inutile. Igor finalmente si disfa del mazzo di chiavi. Qualcuno di qui lo ritroverà. 

Ma andando via, Igor, Kaor, Gianni e Trojan passano per un immenso corridoio a cielo aperto, perpendicolare a quello dal quale tutti e quattro sono giunti. Considerata la sua lunghezza, probabilmente il corridoio costeggia tutto questo lato della fortezza. Igor, Gianni, Kaor e Trojan avanzano a lunghi passi sul selciato bianco e azzurro. Una lunga fila di nicchie ospita delle statue di vetro lavorato dai colori sgargianti: questo è un fantastico pantheon, a cui si aggiungono le effigi dei più famosi maghi vissuti nelle epoche passate. Igor, Kaor, Gianni e Trojan voltano le spalle alla torre centrale, rifugio del vecchio della montagna, dalle scoraggianti pareti lisce e prive di vie d’accesso. In cima alla torre c’è una finestra debolmente illuminata: senza dubbio lo studiolo di Hasan ibn as-Sabbah. A metà corridoio Igor, Gianni, Kaor e Trojan passano davanti alla porta aperta di un tempio. Sempre voltando le spalle alla torre, Igor, Kaor, Gianni e Trojan gettano un’occhiata all’interno, e osservando la cerimonia che si sta svolgendo. Decine di fedeli sono inginocchiati davanti ad una statua immensa, alta quasi dieci metri che raffigura una strana divinità. Trojan essendo pagano ha una intuizione improvvisa: la statua da affrontare è Thalos. Ma un simile avversario non può cedere a dei colpi normali. Gianni ricorda a Igor, Kaor e Trojan che loro tre hanno trovato i tre pezzi dell’armatura magica; non avendo Gianni alcun pezzo dell’armatura magica non avendo potuto prendere l’elmo della armatura magica ma Igor ha un guardamano, Kaor ha un guardamano e Trojan ha la corazza. Tranne Gianni, gli altri tre possono affrontare la statua di Thalos. Igor, Kaor e Trojan indossando Igor un guardamano, Kaor un guardamano e Trojan la corazza, tutti e tre sono pezzi dell’armatura magica, i pezzi dell’armatura cominciano a sfavillare. Su tutte le parti del corpo di Igor, Trojan e Kaor si materializzano all’istante delle protezioni magiche. Ora Igor, Trojan e Kaor sono completamente protetti dall’armatura magica ciascuno di loro. I poteri dell’armatura magica donano a Kaor, Igor e Trojan una vitalità insperata. Aspettando la fine della cerimonia, Igor, Gianni, Kaor e Trojan restano nascosti in un angolo buio del corridoio. I fedeli si disperdono e lasciano la sala attraverso le porte laterali. Tutti e 4 sanno già di dovere affrontare Thalos, la statua vivente, se loro quattro vogliono accedere alla torre di Hasan ibn as-Sabbah: questo sarà un combattimento molto difficile. Gianni non può evitare di combattere pur non avendo lui nessun pezzo di armatura magica, non avendo potuto prendere l’elmo della armatura magica distrutto nel combattimento contro il capo dei lebbrosi. Ora il tempio è completamente vuoto, Igor, Gianni, Kaor e Trojan entrano senza far rumore e scivolano dietro una tenda di seta scarlatta. Gianni, Kaor, Igor e Trojan avanzano al centro della sala e tutti e 4 restano lì immobili, a braccia conserte, fronteggiando la statua. Il suo aspetto smorzerebbe gli ardori anche al più focoso paladino: i quattro polsi sono ornati di braccialetti di rubini, i suoi occhi sono brillanti ametiste. Alcune scimitarre, lunghe tre metri, sono appese alla sua cintura. I minuti passano, ma non accade nulla. Aspettando ancora, ma dopo pochi istanti Igor, Kaor, Gianni e Trojan si sentono sopraffatti da una sensazione di vergogna: loro 4 si stanno rendendo ridicoli. Trojan dice a Kaor, Igor e Gianni:

“Che aspettiamo ad affrontare Thalos? Basta! All’attacco!”

Avanzando verso la statua di Thalos; Igor, Kaor, Gianni e Trojan notano che la statua è ancora più grande di quanto si potesse giudicare alla prima occhiata: alta quanto sei uomini, possiede quattro braccia, e a quanto pare è stata fusa con l’oro più puro. Una specie di vernice brillante aggiunge altro splendore alla statua. Raccogliendo tutto il loro coraggio, Igor, Gianni, Kaor e Trojan si preparano ad attaccare. Gianni urla:

“Animati, statua, e lasciami raggiungere la dimora di Hasan ibn as-Sabbah!”

La presenza di armi nel tempio risveglia automaticamente la statua. Muovendosi a scatti, la statua lascia il piedistallo e si avvicina facendo tremare la sala sotto i suoi passi. La grande battaglia comincia. Igor, Kaor, Gianni e Trojan sono riusciti a battere la statua, che rallenta i suoi movimenti, cigolando, e poi si blocca del tutto. La vittoria è costata cara, ma il gioco valeva la candela. Nel posto prima occupato dalla statua ora si scorge l’ingresso di un passaggio segreto. I sacerdoti, ancora sbalorditi, non rappresentano un pericolo: si tengono a distanza di sicurezza, vicino alla porta del tempio. Prima che arrivino altre persone, attirate dal rumore del combattimento, Trojan, Kaor, Gianni e Igor entrano nello stretto corridoio e sprangano il passaggio. Ora nessuno potrà seguire Igor, Trojan, Gianni e Kaor. In fondo al corridoio si apre una porta…

Igor, Gianni, Trojan e Kaor sbucano in un immenso giardino lussureggiante circondato da alte mura. Dopo tanto tempo passato al chiuso, la luce del sole irrita gli occhi di Kaor, Trojan, Igor e Gianni. Ora loro quattro devono trovare l’entrata del passaggio che porta alle stanze del vecchio della montagna. Ci sono tre stradine che si inoltrano nella fitta vegetazione. Quale prendere?

Trojan dice:

“Andiamo al sentiero di destra!”

Gianni dice:

“Andiamo al sentiero di sinistra!”

Trovando come sempre una soluzione di mezzo; oramai conoscendosi, Gianni dice a Trojan:

“Io ho capito! Andiamo al centro!”

Igor dice:

“Se noi ci dividessimo?”

Kaor dice:

“Giusto! Io vado a destra! Igor va a sinistra! Gianni e Trojan vanno al centro!”

Tutti d’accordo. Così si farà. 

Gianni e Trojan andando al sentiero di centro, entrambi vedono il sentiero che prosegue sotto gli alberi, e l’aria è piena del cinguettio allegro degli uccelli. Se Gianni non fosse certo di aver lasciato San Giovanni d’Acri qualche giorno fa, Gianni potrebbe credere di essere nel cuore della leggendaria foresta di Broceliande. Improvvisamente, Gianni e Trojan vedono una scimmia scappare via da un albero, terrorizzata. Gianni vuole chiarire questa faccenda. Avanzando di un passo verso la scimmia, ma qualcosa afferra bruscamente Gianni da dietro. Una corda si arrotola attorno al collo di Gianni, un’altra afferra la gamba sinistra di Gianni e lo trascina all’indietro. Gianni si volta di scatto tentando di liberarsi: Gianni è alle prese con un albero strangolatore, una specie rarissima che cattura le sue prede immobilizzandole per mezzo di liane prensili, e poi le soffoca. Gianni sta rischiando il soffocamento. Ma per fortuna c’è Trojan con lui. Per fortuna Trojan ha una fitopozione, usandola contro l’albero strangolatore. Trojan getta il flacone contro il tronco dell’albero. Il vetro si frantuma in mille pezzi e un liquido verdastro cola lungo la corteccia, raggiunge le radici e viene assorbito rapidamente dal terreno. Le liane allentano gradualmente la stretta al collo di Gianni, poi scivolano a terra. Trojan ha sconfitto l’albero strangolatore ed ancora una volta Trojan ha salvato la vita a Gianni.

Intanto Kaor che ha preso il sentiero di destra scoprendo che il vialetto si inoltra fra gli alberi. Il passaggio è largo e Kaor procede senza fatica, ascoltando il cinguettio degli uccelli tra i rami. La piacevole passeggiata cancella a poco a poco il ricordo delle terribili prove sostenute per giungere fin qui. Kaor comincia a sentire la fame e si guarda intorno: c’è un arbusto sulla sinistra, con i rami carichi di bacche scarlatte e succose. Un corvo dall’aspetto piuttosto malandato ne coglie una con il becco e la inghiotte. Subito il piumaggio malconcio si rigenera e acquista una nera lucentezza. Kaor avanza con circospezione. Davanti a Kaor, una scia luccicante larga circa un metro scompare nel folto sottobosco. Scoprendo che di qui è passato qualcosa di molto grosso. L’erba è appiattita e ricoperta di una sostanza simile alla colla, i rami sono spezzati di netto. Kaor sguaina la spada, pronto a tutto, e Kaor avanza verso un grosso cespuglio. C’è qualcosa lì dietro, che sta raschiando a terra con un rumore sordo. 

Intanto Igor che aveva preso il sentiero di sinistra, Igor vede che il vialetto si inoltra nella fitta vegetazione. Gli alberi sono altissimi, i rami più bassi non sfiorano a Igor neppure la testa, ed il sottobosco si fa sempre più fitto.

All’improvviso una lingua rosa, lunga e sottile, si attorciglia attorno alla caviglia sinistra di Igor e lo trascina verso un folto cespuglio…I rami si aprono, scoprendo una bocca enorme: Igor è prigioniero di una drosera gigante, una pianta carnivora particolarmente vorace. Di solito questa specie non attacca mai animali più grossi di una lepre, ma questo è un esemplare di eccezionale grandezza. Igor afferra la lingua tra le mani e stringe più che può per farle mollare la presa. Scoraggiata dalla ferocia determinazione di Igor a non lasciarsi divorare, la drosera rinuncia. Igor ha la caviglia leggermente indolenzita, ma Igor può rimettersi in cammino senza difficoltà.

Intanto Kaor è di fronte ad una gigantesca creatura bavosa, uno dei numerosi abitanti di questo giardino fantastico. Si tratta di una delle ultime chiocciole mazziere, chiamate così a causa delle sei appendici irte di punte, simili a grosse mazze ferrate: una temibile arma di difesa. L’animale punta gli occhi peduncolati su Kaor che è stato scoperto. La orripilante creatura bavosa si gira verso Kaor, agitando le sue appendici irte di punte. Kaor getta un forte grido di aiuto. Giungendo Igor, Trojan e Gianni. Inaspettatamente la chiocciola si spaventa e fugge, strisciando via con tutta la velocità di cui è capace. Ben decisa a trovare un posto più tranquillo, la chiocciola si apre un varco nella boscaglia lasciando dietro di sé una scia di rami spezzati. In seguito al grido di Kaor, ora Kaor, Trojan, Igor e Gianni decidono di proseguire il viaggio insieme.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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