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Voler dire tanto e sapere che è meglio non dire nulla

DiPaul Polidori

Lug 20, 2016

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Su nessun altro argomento, ad eccezione dell’amore, è stato scritto tanto come sulle parole, perché le parole e il silenzio sono sempre in cerca di un equilibrio. Un proverbio cinese dice “non aprire le labbra se non sei certo che quello che stai per dire è più bello del silenzio”.

È successo quasi a tutti di capire il momento preciso in cui una conversazione sarebbe dovuta finire e, nonostante ciò, portarla avanti finché, alla fine, tutto va male. Vogliamo dire troppe cose senza però pensare alle conseguenze, senza essere consapevoli che a volte sarebbe meglio tacere.

Se prima di parlare avessimo presente che quando comunichiamo emettiamo giudizi e opinioni che rivelano i tratti più profondi della nostra personalità, e che finiscono per giudicare noi stessi, probabilmente non permetteremmo alla nostra lingua di correre più veloce dei nostri pensieri.

Dire troppo

Tra amici, tra familiari e tra persone che amiamo è normale non badare troppo al modo in cui si parla, lasciando venir fuori quello che pensiamo. Per questo motivo, anche se risulta banale, si dice che “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. E così è.

Le parole che pronunciamo alle persone a noi più vicine a volte sono più affilate di qualsiasi coltello, costruiscono muri molto difficili da abbattere e feriscono le persone che davvero amiamo e stimiamo.

Anche se a volte l’impulso di parlare è forte, è importante soppesare le parole, dire a noi stessi quello che vorremmo dire a un’altra persona, valutare le conseguenze delle nostre opinioni e ricorrere sempre alla cortesia e alla gentilezza.

L’arte del saper dire con saggezza e rispetto

Non si tratta di zittirsi sempre, nascondendo quello che si pensa, perché non possiamo dimenticare che quello che non viene esplicitato attraverso la parola è come se non esistesse. Le parole che respiriamo, quelle che escono dal nostro cuore per arrivare a quello di un’altra persona, hanno un’importanza fondamentale.

Parlare il giusto, saper ascoltare, non parlare tanto per parlare. Perché parlare troppo, senza pensare a quello che si dice e senza controllo, ci può portare a dire sciocchezze o parole che possono recare danno all’altra persona.

L’importanza dell’onestà

Gli scienziati dell’Università di Harvard hanno realizzato uno studio sull’attività cerebrale basato su una serie di prove nelle quali veniva analizzata l’onestà di un gruppo di persone. Si è scoperto chel’onestà dipende più dall’assenza di tentazioni che della resistenza attiva alle stesse.

In termini neuronali, secondo i risultati dello studio, emerge il fatto che l’attività cerebrale delle persone oneste non varia davanti alla tentazione (ad esempio guadagnare denaro con mezzi loschi), mentre l’attività cerebrale delle persone disoneste si trasforma davanti alla tentazione, anche quando non cedono ad essa.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ed è stato condotto da Joshua Greene, un professore di psicologia della Facoltà delle Arti e delle Scienze dell’Università di Harvard.

Greene spiega che, secondo questi risultati, essere onesti non dipende da uno sforzo di volontà, ma piuttosto da una predisposizione naturale all’onestà. Secondo il ricercatore, ciò può non avverarsi in tutte le situazioni, ma si è rivelato certo nel caso studiato.

I motivi che ci inducono a mentire o a dire la verità

Dall’altra parte, i ricercatori dell’Università Autonoma di Madrid e dell’Università del Québec a Montreal hanno realizzato un esperimento volto a conoscere i motivi per i quali la gente mente o dice la verità davanti ad una determinata situazione.

Fino ad ora, si è sempre pensato che l’uomo fosse indotto a dire la verità ogni volta che gli è possibile trarne un vantaggio, ma che in caso contrario sia portato a mentire. Ora, però, stando allo studio condotto, si è scoperto che le persone dicono la verità anche quando essa comporta un costo materiale. La domanda allora è: perché?

Su questo tema si sviluppano diverse ipotesi. Da un lato si sostiene che la gente sia sincera poiché ha ormai interiorizzato il concetto di sincerità, e che in caso contrario proverebbe emozioni negative, come la colpa o la vergogna – quelle che sono conosciute come emozioni strettamente legate alla menzogna. Questa versione ha a che vedere con la naturale avversione a creare una discordanza tra l’immagine che la persona ha di se stessa e come si comporta davvero.

Altri motivi che spingono ad essere sinceri hanno a che vedere con l’altruismo, la coerenza con ciò che pensiamo e quello che gli altri si aspettino che noi diciamo. In altre parole, il desiderio di non deludere le aspettative dell’altra persona.

 

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Dir. artistica Emanuela Petroni
Salve, posso esserti utile ?