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IL DIVORATORE DI ANIME – CAPITOLO 13

DiPietro Sciandra

Ago 16, 2016

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IL DIVORATORE DI ANIME

Capitolo 13

Un giorno, andando in giro; Riccardo incontrò un tizio alto circa due metri che odiava terribilmente Riccardo; perché Riccardo era un ragazzo affascinante e questo tizio lo temeva e non sopportava che Riccardo potesse avere tutte le donne che volesse. Così questo tale Antonio decise di sfidare in combattimento Riccardo; talmente tanto fosse il suo profondo odio. Così Riccardo attaccò Antonio con un calcio laterale alto che lo prese al volto. Poi Riccardo eseguì un calcio a due fasi e prese Antonio in pieno torace. Dopo; Antonio siccome non poteva muoversi perché Riccardo troppo veloce per lui; Riccardo afferrò la testa di Antonio e la scagliò contro il proprio ginocchio destro. Riccardo finì Antonio con una gomitata sulla schiena. Antonio con i suoi due metri di altezza cadde a terra come un albero abbattuto.

Riccardo non volle prendersi l’anima di Antonio; perché Riccardo non aveva nulla da imitare da Antonio; perché Antonio era forte, ma troppo lento. Riccardo si mise in ginocchio e gli divorò il viso.

Sconfitto Antonio, Riccardo doveva continuare la sua ricerca per trovare i partecipanti per il suo torneo. Girando di notte, Riccardo incontrò i tipi più strani che si possano incontrare.

Riccardo spiegò a quei ragazzi che l’incognito era la formula del torneo; ovvero si doveva partecipare mascherati ai combattimenti. Così, Riccardo spiegò che c’erano dei premi in denaro per i primi quattro classificati e che a parte questo lui stesse cercando dei seguaci che lo aiutassero a dominare il mondo in cambio di una lauta ricompensa.

Bisogna dire che Riccardo è ricco di famiglia e possiede una casa enorme, il padre di Riccardo è un avvocato. Così Riccardo decise di allenarsi per partecipare al torneo ed ai migliori combattenti avrebbe chiesto di lavorare per lui.

Riccardo oramai era sopraffatto dal desiderio di sottomettere il mondo alla sua volontà. Riccardo voleva dimostrare che amare Dio potrebbe essere pericoloso e che voleva distrarre e convincere con la forza chi pregava ed adorava il Signore. Quindi la sua guerra contro Dio non era ancora finita e forse non finirà.

Anche perché; Riccardo non voleva che si adorasse Dio ed erano nemici quelli che lo adoravano. Chissà se l’anima di Riccardo si salverà?

Oramai; diventato più bestia che uomo, Riccardo continuava ad allenarsi e preparare il torneo che si sarebbe svolto in una casa abbandonata sempre a Roma. L’unica regola era che non si poteva uccidere l’avversario.

Prima di dare inizio agli incontri, vediamo chi partecipa; ci sono molte cose da sapere sui sedici partecipanti; anche perché ognuno di loro nasconde qualcosa dentro la propria anima; che non ha il coraggio di sconfiggere; ma solo unendosi alla propria paura riesce a sopravvivere.

Quindi; unendosi alla paura si vive nel tormento dell’anima e quindi si è costretti ad accettare una realtà contro voglia; perché si è stati sopraffatti da un evento di forza maggiore che ha sconvolto la personalità della propria persona.

Vivendo nel tormento; dovuto ad una mutazione mentale, si vive in un modo al quale non si appartiene più. Perché non si accetta più la realtà, perché troppe cose sono cambiate del modo di pensare di questi combattenti. La rovina è stata di subire dei terribili sconvolgimenti mentali dovuti a disgrazie e con il rifiuto della realtà è come se si vivesse in tutt’altro mondo da quello terrestre. Cosa può fare chi subisce queste mutazioni?

Può solo distruggere!

Perché vive in una realtà che non gli appartiene e non capisce più dove si trovi a vivere, perché si vede troppo diverso dagli altri e sa che non può essere accettato. Ciò è difficile essere capiti. Solo la forza dell’amore può curare chi ha smesso di amare, chi smette di amare smette di vivere.

Quindi; l’anima può morire prima del corpo. Per i materialisti e gli atei la vita finisce con la morte; ma non è così. Se muore l’anima, il corpo anche se vive fisicamente è morto; perché se muore l’anima si diventa come la damigiana vuota che ho spiegato prima. Ovvero; la damigiana senza né vino né aceto; c’è ma nessuno la considera perché vuota e quindi priva di spirito. Importante da considerare; è che l’anima può essere strappata da un individuo levandogli l’innocenza dell’infanzia; appunto per questo gli psicologi chiedono ai loro pazienti di raccontare la propria felicità turbata proprio dall’infanzia.

Se perdi l’anima perdi il senso della vita e quindi il tuo spirito è dannato e tormentato, perché il tuo corpo continua a vivere, ma la tua anima è già morta.

Riportare un individuo all’equilibrio non è facile; ci vuole tempo e riadattarsi al mondo che ti sembra cambiato, perché sei tu cambiato. Il turbamento della mente è secondo me la cosa più affascinante e più misteriosa del mondo; perché ci sono certi eventi che cambiano davvero in modo drastico e violento la psiche di una persona. Era appunto questo ciò che intendevo prima, ovvero che non conta se il male te lo cerchi o no, quello che conta è se lo accetti o lo respingi.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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