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IL DIVORATORE DI ANIME – Capitolo 142

DiPietro Sciandra

Mag 25, 2017

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Capitolo 142                        IN FOTO TEMPIO DI MNAJDRA (MALTA)

Roma, 18 febbraio 1888

Caro diario, riprendo a scriverti dopo un giorno di riposo per lutto. Ieri non potevo scriverti per rispetto ai miei genitori. Ieri era l’anniversario numero 20 della loro morte. Per quanto possa sembrare strano, quel giorno continua ad esistere nella mia vita ogni giorno; e forse sarebbe stato meglio se io fossi morto insieme a loro. Questo è molto strano, ma più tempo passa e più mi sento “morto per metà”. Ciò che mi succede è così difficile da spiegare. Alcune volte ho pensato addirittura di suicidarmi; eppure ho tutto, una reggia, soldi che sembrano non finire mai, conosco gente importante, ho amici ovunque, e devo confessare che ho forse anche molti nemici. Non penso di essere pazzo, ma penso che la “mezza morte” esista. Ciò è come se si fosse costretti a vivere contro la propria volontà, con tutto che manchi qualcosa di cui non si può assolutamente farne a meno, ovvero l’anima. Penso che la perdita dell’anima comporti inevitabilmente a diventare una bestia, un mostro. Non so cosa potrò diventare in futuro, ma forse non posso scongiurare il peggio, devo rimanere il più possibile vicino a Dio; perché penso che Lui sia l’unico in grado di non farmi del male. Ciò è molto strano che mi succede, ma è come se mi sentissi vuoto dentro, impossibile da riempire. La gente dice che non avendo io un’anima mia ho bisogno di prendermi quelle degli altri. Sono molto spesso dipinto come un mostro, una bestia, un diavolo. Penso che oramai io sia già considerato ciò che non voglio. Questa è una realtà difficile da accettare, ma giusta o sbagliata è sempre la realtà. Devo solo accettare il mio cammino e convincermi sempre di più di ciò che io sono; ovvero il Divoratore di Anime. La gente mi ritiene una minaccia, un mostro da distruggere, un pericolo da scongiurare. Io sono apprezzato da pochi e detestato da tanti. Non si tratta più di affrontare solo i miei servitori, ma devo affrontare il mondo da solo. Sembro predestinato ad essere solo, vivere nell’ombra ed affrontare una guerra senza mai fine. Perché tutto questo deve succedere proprio a me? Cosa ho fatto per meritarlo? Forse serve un’anima innocente per sacrificarla e trasformarla in diavolo? Serve il passaggio da tanto buono a tanto cattivo per farne un diavolo, perché altrimenti nemmeno si noterebbe, perché diavoli non si nasce, ma si diventa. Un diavolo non è un criminale, un assassino, uno psicopatico, un ladro o uno stupratore; nulla di tutto ciò. Il diavolo non è in pace con nessuno e soprattutto odia se stesso e da non dimenticare che odia la Chiesa perché lo ha creato. Io non nutro rancore verso la Chiesa che mi ha adottato; e non penso che lo proverò mai. Nulla è veramente certo quando si tratta di futuro ipotetico. Non so perché io stia diventando così; ma io sono sicuro di non essere più come una volta. Forse la felicità immensa è un pericolo, perché è facile da sconvolgere, e quando ti accorgi che quei giorni siano così lontani; non vuoi più separarti dal passato. Anche se molta gente dice che sia sbagliato vivere nel passato che non giovi affatto e nemmeno vivere nel futuro faccia bene perché vivi solo di progetti senza concludere mai nel presente. Però è strano tutto ciò; perché ora che ho 40 anni mi rendo conto di quanto sia bella la giovinezza e di quanto sia fragile al tempo stesso. La giovinezza è più breve di quanto si possa credere, e quando te ne rendi conto sei già balzato alla soglia dei quaranta. Quando ero giovane forse pensavo troppo a ciò che non avevo, quando invece la mia più grande fortuna ce l’avevo così vicina da nemmeno rendermene conto; ovvero i miei genitori che ho perso troppo presto. Nulla potrà mai rimpiazzarli, nemmeno tutto il denaro del mondo; per questo io sono dannato all’eterna sete di sangue delle anime (il denaro) per placarmi in qualche modo senza saziarmi mai, perché la sete passa solo temporaneamente; subito dopo bisogna ricominciare senza sosta. Per questo sono diventato un mostro; ma non penso di poter peggiorare. Io scrivo tutto a te; caro diario, perché se prima o poi ci sarà un altro caso come me, colui che avrà tale responsabilità, egli saprà come comportarsi. Io, credendo nella scienza e nel consolidamento di serie di esperienze, posso riportare tutto ciò sperando che a qualcuno che capiti ciò che è successo a me, leggendo il mio diario che probabilmente andrà disperso con la mia morte, egli sappia come comportarsi e lo illumini a fargli comprendere ciò che è diventato. Un caso di una normale vita che diventa un caso unico nel suo genere, prima o poi, dovessero trascorrere cento anni, si potrebbe ripetere; come una specie di evento eccezionale predestinato a materializzarsi concatenando degli eventi necessari per il compimento della sua creazione dovuta alla rigenerazione di un’anima uccisa in un modo e risorta in un altro, tramite la violenza. Ora ho sonno; buonanotte, caro diario.”

Io sono Pietro Sciandra! Interrompo la lettura del diario di Maurizio Belmonte per riportare un’annotazione archeologica per comprendere meglio il concetto del signor Belmonte. Nel tempio di Mnajdra (Malta):

-Durante gli equinozi (21 marzo-primavera, 23 settembre-autunno) e i solstizi (21 dicembre-inverno, 21 giugno-estate) viene illuminata da un raggio sempre una pietra diversa come un pendolo da sinistra-destra e da destra-sinistra. L’allineamento perfetto delle pietre a completare l’immagine si verifica una volta ogni 15000 anni (10205 a.C. e 3700 a.C.). Questa informazione sta a sottolineare la rarità della venuta del diavolo sulla Terra; che per quanto irrealizzabile, assurda, imprevedibile, inaccettabile, invisibile, impensabile, spaventevole casualità si possa comunque verificare. Il tempio sta alla Terra, come le pietre stanno agli eventi indispensabili da concatenarsi per il compimento della creazione finale; ovvero l’allineamento di tutte le pietre sta a rappresentare l’accumulazione del massimo odio per l’uomo. I 15000 anni ovviamente stanno a rappresentare il tempo simbolico e necessario di quanto tempo serva per la creazione finale del diavolo, in questo caso sarebbe il “prodotto finito” che si crea tramite i “beni strumentali” con l’ausilio dei “fattori produttivi”. Difatti il diavolo è la peggiore creazione del genere umano, perché è imprevista ma spontanea; perché il genere umano non ha dovuto sforzarsi poi tanto per creare il signore del male.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
Salve, posso esserti utile ?