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IL DIVORATORE DI ANIME – CAPITOLO 36

DiPietro Sciandra

Set 26, 2016

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Capitolo 36

Ora passiamo a conoscere l’avversario di Uomo Orso, ovvero Evil Clown…(pagliaccio malvagio)

Tutto cominciò a Roma nel 1990, quando una famiglia italiana decise di partire per la Bulgaria. Questa famiglia era composta dai genitori Roberto e Nadia, ed il loro figlio di 8 anni. Da precisare che Nadia è bulgara, e difatti il viaggio in Bulgaria è per andare a trovare i suoi genitori. Con tutto che Nadia fosse cittadina italiana, non poteva certo fare a meno di andare a trovare i suoi genitori almeno una volta l’anno. Roberto conobbe Nadia a Sofia in un viaggio di affari e poi si sposarono e si trasferirono a Roma.

Così, arrivati a Sofia, dai genitori di Nadia, scambiati i soliti convenevoli, il nonno disse a suo nipote, in un italiano con un accento particolare:

Ti piace il circo?”

Il nipote:

Si, tantissimo; vado pazzo per i pagliacci, mi fanno divertire tantissimo! Mi piacerebbe tanto avere un amico pagliaccio!”

Il nonno disse:

Sono molto contento che ti piaccia il circo, però sappi una cosa, forse se tu avessi un amico pagliaccio non ti divertiresti più ad andare ad un circo, perché a vederlo sempre ti stancheresti!”

Il nipote:

Non credo, perché il mio papà lo vedo sempre e non mi stanco mai, invece lo zio Marco lo vedo 5 minuti e non vedo l’ora che se ne vada a casa!”

Tutti risero di cuore, conoscendo il fratello di Roberto, capirono quanto potesse essere antipatico Marco, perché sapevano che fosse un esaltato che si crede tanto bello senza esserlo e tanto forte senza esserlo.

Roberto non riuscì a difendere il fratello, perché era troppo evidente il suo atteggiamento da megalomane.

Roberto disse al figlio:

Sappi una cosa, non conta come sia tuo zio o come si comporti con gli altri; l’importante è che tu sappia che lui ti vuole davvero tanto bene e tu per questo devi rispettarlo!”

Il figlio:

Si, ho capito, papà!”

Così, il giorno dopo, in una bella giornata di grande sole, la famiglia riunita si recò al circo di Sofia. Il circo di Sofia era molto famoso per gli acrobati ed i grandi numeri dei trapezisti, ma anche per la grande bravura dei pagliacci nelle capriole.

Purtroppo, Sofia non era conosciuta solo per il circo e per la bella città; ma anche per un inafferrabile e pericolosissimo criminale che si faceva chiamare Evil Clown. Questo pericolo vagante, era un terribile rapinatore, non c’era poliziotto che riuscisse a mettergli le manette una sola volta, perché era un pagliaccio che si era ribellato al circo in cui lavorava, perché lui adoperava dei congegni e dei sistemi molto pericolosi e per questo fu cacciato. Così, Evil Clown decise di lavorare per conto suo facendo rapine per mettere insieme molti soldi in poco tempo ed aprirsi un circo suo con delle amicizie fidate. Evil Clown faceva ridere i poliziotti con il gas esilarante e così riusciva sempre a scappare. Evil Clown ne inventava sempre una nuova, perché per quanto fosse pazzo coi suoi numeri pericolosi poteva essere considerato in un certo senso una mente brillante. Evil Clown riusciva a trovare sempre il modo di scappare dai poliziotti anche grazie all’ausilio di congegni inventati da lui e costruiti grazie alle rapine che faceva.

Evil Clown era un vero flagello per Sofia, comunque Evil Clown riusciva sempre a fuggire dalla cattura anche grazie ai suoi travestimenti da pagliaccio e poteva mimetizzarsi in un qualunque circo lavorando come pagliaccio; il tempo di far calmare le acque e poi ripartire con un altro colpo in un’altra banca. Evil Clown era considerato un vero genio del travestimento da pagliaccio, perché era praticamente impossibile riconoscerlo insieme agli altri pagliacci. Il sogno di Evil Clown non era solo di diventare ricco e di avere un circo tutto suo, ma anche di assumersi il potere a Sofia e di essere considerato un idolo della città, perché con il potere terapeutico della risata avrebbe preteso una statua e di diventare un simbolo nazionale; perché per lui era logico che siccome faceva divertire le persone quando lavorava in un circo voleva essere ricordato come un dio della risata. Evil Clown voleva il massimo della riconoscenza per il suo prezioso talento. Sapendo che non gli avrebbero mai costruito una statua con la sua immagine, decise di prendere in mano il potere a Sofia fondando una banda di criminali che l’aiutasse a distruggere la città e fondare una nuova città sui circhi e sul divertimento senza limiti. Non solo, ma questo folle di Evil Clown voleva anche cambiare il nome della città da Sofia a Circoburgo. Quindi, non solo Evil Clown aveva dei progetti di conquista, ma anche di sconvolgere totalmente la capitale bulgara ed in seguito tutta la Bulgaria. Evil Clown stava trasformando la sua banda del pagliaccio in un vero esercito, i criminali venivano da ogni parte della Bulgaria per allearsi ad Evil Clown. La polizia ogni tanto riusciva ad arrestare i membri della banda del pagliaccio, ma prendere Evil Clown era praticamente impossibile. Passati alcuni giorni, per sfuggire alla polizia, Evil Clown si era fatto assumere nel nuovo circo di Sofia, lavorare indisturbato con un’apparenza innocente e poi tornare a dirigere la sua banda per i suoi loschi e folli progetti.

Un giorno, Roberto, Nadia ed il loro figlio, decisero di andare al nuovo circo di Sofia, considerata la sua fama ed anche la passione per i pagliacci del figlio. Così, addentrati al circo in un sabato sera, la famiglia si gustava lo spettacolo di uno stupore senza eguali. All’improvviso, nel circo arrivò la polizia, perché aveva scoperto un modo per smascherare il presunto Evil Clown. Ovvero, ricostruendo la vita di Evil Clown, mediante testimonianze, grazie ad una ricerca su chi avesse avuto qualche sospetto o chi lo avesse visto; la polizia seppe da un testimone che lavorava in un circo nel quale ci lavorava uno strano pagliaccio, ovvero lo strano pagliaccio aveva l’indice della mano destra più corto del normale e quando questo testimone, che era un trapezista che lavorava con questo pagliaccio, chiese al pagliaccio come mai avesse il dito mozzato, ma non del tutto, il pagliaccio gli rispose che il dito glielo aveva quasi mangiato tutto un piranha che aveva, mentre gli stava dando da mangiare, si era troppo avvicinato con la mano nell’acqua. Non solo, ma il trapezista andando per caso nella roulotte del pagliaccio vide una valigia molto grande; perché lo stava cercando, ma il pagliaccio era già uscito. Entrando nella roulotte, il trapezista si accorse che nel disordine i vestiti stavano fuori e nell’armadio, ma come mai la valigia pesasse tanto, avendoci inciampato fece un rumore come se fosse piena?

Il trapezista aprì la valigia e scoprì che era piena di soldi. Giustamente, sapendo del salario, il trapezista non poteva pensare che fossero soldi risparmiati, ma guadagnati con una rapina. Così, collegando la prova schiacciante della valigia piena di soldi e il dito mozzato, il trapezista scoprì che quel pagliaccio fosse Evil Clown ed aveva scoperto il modo per smascherarlo, il dito indice destro mozzato da un piranha, difatti nella roulotte c’era un’ampolla con un piranha. Un particolare, quello del dito che non si poteva certo notare avendo i guanti da pagliaccio, ed in ogni caso, il dito da solo non sarebbe stato una prova, se il trapezista non avesse trovato la valigia con i soldi della rapina. Quindi il dito indice destro sarebbe stato un modo per riconoscere Evil Clown in mezzo agli altri pagliacci.

Così, la polizia avendo scoperto ciò, stava indagando in ogni circo per esaminare ogni pagliaccio che ci lavorasse e di controllare il dito indice destro.

Così, quel sabato sera al nuovo circo di Sofia, la polizia stava aspettando l’arrivo dei pagliacci in scena; per esaminarli.

I pagliacci erano quattro, l’ispettore chiese ai pagliacci di levarsi i guanti e di mostrare la mano destra. I primi due pagliacci non dissero nulla, ma uno dei due rimanenti sfilò la pistola ad un poliziotto e con uno scatto improvviso andò verso il pubblico e prese un bambino in ostaggio, ovvero il figlio di Roberto e Nadia che stava in prima fila coi suoi genitori.

Evil Clown gridò in un tuono e nel panico della folla:

Come avete fatto a scoprirmi?”

L’ispettore disse:

Ho trovato un testimone! Non hai speranze, il circo è circondato, lascia il bambino!”

Evil Clown disse:

Io non lascio proprio nessuno e se non mi fate passare lo uccido qui davanti a voi!”

Il povero bambino di 8 anni, sentendosi dire una cosa del genere, vedendosi puntare una pistola sulla tempia, la cosa peggiore da chi ammirasse di più, un pagliaccio, che avrebbe voluto addirittura averne uno come amico. Il povero bambino di 8 anni si sentì morire e non riusciva a muoversi, talmente impietrito e terrorizzato. La folla piombò nel tumulto, ma Evil Clown minacciò di uccidere chiunque avesse tentato di fuggire. Il panico era totale sovrano, quella che doveva essere una serata di circo e di allegria stava diventando una catastrofe che poteva creare una strage. Evil Clown dettò condizioni di farlo uscire indisturbato e nessuno si sarebbe fatto male o peggio. L’ispettore dovette accettare a suo malgrado. Evil Clown uscì dal circo portandosi per una mano, tirandolo con violenza il piccolo di 8 anni. Il panico fece diventare la tenda da circo un luogo di tortura e di tentata strage. L’ispettore non poteva fare altro che lasciare andare Evil Clown, perché non poteva rimetterci la vita di un innocente di 8 anni e poi altri ancora per catturare il peggiore e più stravagante dei criminali.

Dopo il rapimento del bambino, la polizia si organizzò subito per rintracciare il pericoloso criminale e per liberare il povero fanciullo malcapitato.

Intanto, nella macchina di Evil Clown, il bambino era talmente terrorizzato che non riusciva nemmeno ad emettere un fiato o chiedere aiuto, perché sapeva che come avesse tentato di chiedere aiuto sarebbe morto.

Il bambino non riusciva né a parlare e né a credere a ciò che gli stesse succedendo, ovvero un pagliaccio che era ciò che lui amasse di più stava tentando di ucciderlo. Il bambino non poteva accettare un pagliaccio essendo portatore di risate possa fare una cosa del genere, e quindi l’immagine che si era fatta fosse sbagliata. Dopo, Evil Clown portò il bambino al suo nascondiglio.

Il bambino ebbe la sensazione di vivere un incubo senza fine e senza spiegazione e pensava che forse non avrebbe mai visto più i suoi genitori. Per quanto potessero essere ben studiate le ricerche, la polizia non riuscì mai a trovare il nascondiglio di Evil Clown. Roberto e Nadia erano disperati, non sapevano cosa fare, avevano paura di non aver abbastanza soldi per il riscatto e poi erano preoccupati per il loro bambino. Evil Clown non aveva alcun interesse a fare del male al bambino, anche se quest’ultimo non poteva credergli dopo quello che era successo. Mettendo sottosopra la città, ma di Evil Clown non vi era traccia e nemmeno del bambino. Il bambino si sentiva morire un po’ alla volta e non sapeva cosa fare, perché se avesse tentato di fuggire sarebbe morto, se invece non tentava di scappare poteva vivere, ma in che modo?

Evil Clown legò il povero bambino, per evitare rischi. Passando alcuni giorni Evil Clown si affezionò al bambino e decise di non chiedere alcun riscatto e di tenerselo. Il bambino non riuscì mai ad accettare una situazione del genere e disse che era meglio morire che vivere in quel modo. Evil Clown disse al bambino che se avesse tentato di scappare lo avrebbe ucciso, non più perché poteva informare la polizia, ma perché lo voleva per sé; come erede. Se invece il bambino non avesse tentato di fuggire sarebbe rimasto vivo, e vivere con un pagliaccio, folle, ma un pagliaccio.

Passano gli anni, Evil Clown ed il bambino crescono insieme come padre e figlio, anche se il cuore del bambino è a Roma dove forse sarebbe tornato un giorno coi suoi genitori, senza mai perdere questa speranza.

I genitori non riuscirono a mettersi in pace e tornando in Italia, rendendosi ancora di più conto di quanto si sentisse la mancanza del loro figlio si buttarono insieme dal 6° piano. Roberto e Nadia sono due Sin Alma senza alcuna possibilità di salvezza e due anime dannate, che saranno costrette a soffrire anche dopo la morte corporale.

Sono passati 6 lunghi anni dal rapimento del figlio di Roberto e Nadia. Evil Clown è morto di tumore, ma prima di morire disse al bambino che lui non aveva mai avuto nulla contro i bambini e che si trovò costretto dalle circostanze a minacciarlo. Evil Clown disse al bambino in punto di morte:

Lo so che mi sono comportato in modo orribile con te minacciandoti di ucciderti e ti ho tolto alla tua famiglia, ma ora ti voglio bene come un figlio, se qualcuno provasse a portarti via io gli sparerei senza pensarci due volte, cosa che invece non avrebbe mai fatto tuo padre! Tuo padre non ha nemmeno tentato di salvarti venendomi incontro, mi sarebbe bastato un pugno in faccia ed io sarei caduto in terra e ti saresti salvato! Sai, non sono mai stato un picchiatore, con un pugno mi sarei immobilizzato, è una mia debolezza, che spero non avrai mai tu; anzi dovrai sempre picchiare forte e per primo senza pietà finché sei in tempo e non commettere l’errore di tuo padre a non tentare nemmeno di dare un pugno! Anche se so che non mi hai mai potuto volere bene per quello che ho fatto, spero che se un giorno lavorerai in un circo e penserai a me qualche volta! Se un giorno vorrai usare un’immagine per far paura pensa al nome Evil Clown, perché per quanto possa essere inoffensivo un pagliaccio è il terrore peggiore che ci sia, perché tutti si aspettano che tu li faccia ridere ed invece puoi imporre la tua volontà su chiunque tu voglia senza che qualcuno se lo aspetti da te perché tutti ti vedono come un oggetto di divertimento, senza sapere che dentro di te piangi più degli altri! La risata ha un potere terapeutico per il morale, ma non per l’anima, quella se la perdi non puoi più recuperarla! Ciò è impossibile recuperare un’anima persa, non tutte le anime sono recuperabili!”

Detto questo Evil Clown spirò.

Il bambino rapito, che ora ha 14 anni, capì che la sua vita sarebbe cambiata, perché ciò che doveva essere la sua gioia è diventata la sua distruzione, ha perso la famiglia, il panico sofferto e poi tradito da ciò che amasse di più nella vita, i pagliacci. L’anima del ragazzo era morta, con tutto che lui si fosse salvato, cosa molto rara in un rapimento e senza riscatto, cosa molto insolita; il ragazzo non sapeva più chi fosse o cosa fosse. La cosa che turbava il ragazzo era il futuro che lo aspettasse, cosa avrebbe fatto in futuro?

Lui aveva solo imparato a fare rapine e rubare, e poi sapeva solo fare il buffone; chi mai avrebbe potuto accettarlo; forse nemmeno i suoi genitori, senza sapere che sono morti suicidi.

In ogni caso, morto Evil Clown e liberato dalla prigionia, ultima volontà di Evil Clown fu di liberare il ragazzo alla sua morte. Il ragazzo poteva solo tornare dai nonni che abitavano a Sofia. I nonni avevano paura di lui e non lo fecero entrare perché non lo avevano riconosciuto, ma con tutto che il ragazzo tentò di dimostrare chi era non ci riuscì. Solo e abbandonato, il ragazzo disse alla polizia di essere il bambino rapito 6 anni prima. La polizia bulgara lo riportò in Italia, a Roma dove abitava. Purtroppo scoprì che i suoi genitori non c’erano più in quella casa, perché ci abitavano altre due persone e che i precedenti inquilini erano morti suicidi. Così, sapendo tutta la verità, il ragazzo fu assegnato ad un assistente sociale temporaneamente, in attesa che un parente lo accudisse.

Il povero ragazzo, sentendosi distrutto, senza famiglia, senza speranza, senza anima; non sapeva più in chi credere o in cosa credere. Passando due anni il ragazzo scappò dall’assistente sociale ed andò a rifugiarsi in un circo, perché in due anni di sofferenze, senza genitori, pensò che l’unico modo per superare quella interminabile tragedia era di ridere e lavorare in un circo come pagliaccio.

Si, infatti, il ragazzo che amava tantissimo i pagliacci da bambino, poi essendo stato rapito da un pagliaccio che lo aveva pure minacciato di morte; il ragazzo non poteva continuare a vivere nel terrore dei pagliacci, perché ogni volta che vedeva un pagliaccio lo considerava un nemico, non poteva sempre vivere nella paura e così o combatteva i pagliacci o si univa a loro. Il ragazzo subì una mutazione psichica ed il male prese possesso di lui facendolo diventare un pagliaccio, ma con intenzioni malvagie; perché non aveva più nessuno e nessuno gli aveva mai voluto bene e poteva riscattarsi solo distruggendo tutto per far soffrire tutti insieme a lui e farli soffrire possibilmente peggio di quanto abbia sofferto lui, perché solo così si sarebbe sentito meglio; ma senza nessuna fine, una cura interminabile. Il ragazzo decise di essere il vero nuovo erede di Evil Clown, ma non doveva uscire allo scoperto, doveva lavorare in un circo, farsi una vita e ridere per dimenticare prima possibile sia di aver vissuto 6 anni con il suo rapitore che dimenticare la morte dei suoi genitori. Quindi, il nuovo Sin Alma; Evil Clown, decise di adoperare gli insegnamenti del primo Evil Clown, il suo rapitore. Ovvero, usare la forza sugli altri per ottenere ciò che vuoi, non avendo avuto nessuno che gli abbia voluto bene; decise di stare dalla parte del male e di avere tutto ciò che non avesse avuto in passato. Evil Clown infatti lavorava in un circo di Roma come pagliaccio, e poi aveva una banda di ragazzi che faceva scippi e furti.

Gli anni passano, Evil Clown continua a lavorare in un circo, ma preferisce sparire dalla circolazione per un po’. Così, Evil Clown che non poteva più continuare ad odiare per sempre i pagliacci per via del rapimento, decise di farsi chiamare con questo nome e vestito da pagliaccio in un posto per sparire un po’ dalla circolazione. Il posto sicuro per far calmare le ricerche della polizia è un torneo di combattimento mascherato. L’anno è il 2000.

Così, saputo del torneo come posto sicuro e ben protetto dalla curiosità della polizia, Evil Clown che ora ha 18 anni; vuole combattere non solo per nascondersi dalla polizia; ma per dimostrare che l’apparenza inganna e che per quanto possa sembrare innocuo un pagliaccio potrebbe diventare molto pericoloso.

Evil Clown ha seguito così non solo gli insegnamenti del suo rapitore, ma vuole riscattarsi un diritto che gli fu tolto, ovvero quello di essere salvato dal pericolo dei malviventi. Difatti, Evil Clown voleva terrorizzare Roma per far soffrire gli altri come quando soffrì lui il giorno del suo rapimento e tutti gli anni seguenti.

Per questo i Sin Alma sono anime maledette, perché esistono per far soffrire gli altri più di quanto abbiano sofferto loro, e la collettività non può permettere questo sfacelo. Per quanto si possa essere umani con i Sin Alma non bisogna perdonarli, ma solo comprenderli, perché comprendere non significa perdonare.

Evil Clown diventerà sempre più forte e più cattivo col passare degli anni, perché ha dentro di sé la disperazione dell’affetto che non ha più avuto, perché rapito, e poi ha un’altra disperazione, che non solo i genitori non tentarono di salvarlo rischiando la loro vita, ma poi si suicidarono; invece di continuare a cercarlo in ogni parte del mondo. Evil Clown non poteva più fidarsi di nessuno e soprattutto non poteva legarsi più a nessuno, perché abbandonato dai suoi stessi genitori. Questo è pur vero che non è impresa facile scovare una banda di criminali; ma i genitori avevano perso ogni speranza di ritrovarlo. Evil Clown pensava spesso al suo rapitore, il primo Evil Clown; perché per lui Evil Clown era diventato un modello da imitare, anche se forzato e non scelto. Evil Clown non sarebbe mai potuto tornare sulla retta via, perché provava troppo gusto a fare del male a chi non c’entrasse nulla; perché anche lui era innocente ad 8 anni, e nessuno fece nulla per salvarlo; e così Evil Clown deve fare agli altri ciò che hanno fatto a lui. 6 anni trascorsi nel panico, nella paura di essere uccisi, in mezzo a molti sconosciuti, lontano da casa e dai genitori; cosa potevano scatenare in un bambino di 8 anni?

Il bambino cominciò a fidarsi di Evil Clown e per questo cominciò a prenderlo da esempio; anche perché così si stava avverando il suo sogno, un amico pagliaccio, anche se non in questo modo.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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