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IL DIVORATORE DI ANIME – CAPITOLO 8

DiPietro Sciandra

Ago 13, 2016

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IL DIVORATORE DI ANIME

Capitolo 8

Questo lo pensava anche Riccardo; difatti credendo profondamente in Dio capì che combattendo nel suo nome, come i templari che erano i difensori del tempio di Gerusalemme, in cui giaceva il mitico Santo Graal, questa la più significativa fonte di supposizione del luogo in cui si potrebbe trovare il Graal perduto nel tempo e nello spazio.

Riccardo comprese ciò; quando difese le ragazze che venivano infastidite, si rese conto che combattendo credendo in Dio e per difendere delle damigelle indifese capì che non si può temere alcun nemico, perché Dio è con te.

Solo che Riccardo cominciò ad usare il suo potere di supremazia contro Dio, volendogli dimostrare di essere superiore e per non soffrire per colpa della croce che lo affliggeva.

Invece, continuando il discorso sui templari c’è da dire che l’Ordine dei templari fu fondato da Hugo de Pains nel 1118-1119, e l’ultimo maestro fu Jacques de Molay nel 1314; l’anno della distruzione dei templari. Difatti combattendo con lo spirito di un templare, Riccardo da difensore di Dio e refrattario della prudenza divenne nemico di Dio e il principe del disordine. Questo sta a dimostrare che lo spirito combattivo nel nome di Dio ti rende implacabile e motivato perché combatti per ciò che credi di più.

Riccardo capì che più cose sapeva di Dio e più voleva saperne, il suo terribile tradimento fu di usare contro Dio i segreti di Dio traendone proprio vantaggio.

Riguardo a quel proverbio medievale che avevo menzionato non mi sono soffermato sui segreti della moglie. Difatti ho spiegato di non scoprire i segreti di Dio, ma non ho spiegato di non scoprire i segreti della moglie. Non bisogna scoprire i segreti della moglie per vivere tranquilli; perché la donna ha bisogno di segreti e di cose che devono essere solo sue.

Ora bisogna chiedersi una domanda: cosa deve fare ognuno di noi per riempire la propria anima? Non avete letto male; parlo di riempire la propria anima; perché il corpo non è il contenitore dell’anima; ma il contenitore dell’anima; che a sua volta l’anima è un altro contenitore. Mi spiego meglio. Facciamo finta che il nostro corpo sia una damigiana per il vino. La damigiana ha il rivestimento di plastica che è il nostro corpo, poi c’è il vetro interiore che che rappresenta la nostra anima. Però la sola damigiana vuota non serve a nulla finché non è riempita. Quindi se ci si mette il buon vino; la damigiana è sempre presa in considerazione e quindi vale perché buona. Invece se ci si mette dell’aceto; la damigiana è sempre considerata, ma non è la stessa cosa; perché l’aceto è cattivo e forte.

Quindi siamo noi che dobbiamo chiederci cosa dobbiamo fare per riempire la nostra anima; perché come la damigiana; abbiamo bisogno di avere qualcosa dentro; che sia buona o cattiva. Quando ci creiamo questo problema di riempirci l’anima è quando cerchiamo la nostra felicità. Perché se riempiamo la nostra anima con cose che ci piacciono siamo felici; perché siamo sempre alla ricerca di ciò che ci piace di più per riempirci l’anima ed essere felici.

Se invece riempiamo la nostra anima con cose brutte; come l’aceto per la damigiana; siamo ostili contro noi stessi e non ci vogliamo bene e quindi ci rende impossibile voler bene agli altri; perché vivi nella tortura dell’anima e il tormento eterno.

Riccardo interpretò di riempire la sua anima con le anime degli altri e delle donne. Una cosa è da notare, ovvero se nella damigiana ci metti un po’ di vino va bene; perché non conta la quantità di vino presente; purché sia buon vino. Se insieme a questo vino ci mescoli l’aceto non è più la stessa cosa, perché l’aceto distruggerà il sapore del vino. Praticamente il vino te lo mette Dio nella damigiana; invece il diavolo corruttore vuole metterti l’aceto e distruggerti. Quindi l’oste è Dio, il dispettoso è il diavolo. Se nella damigiana c’era il vino e poi ci metti l’aceto, l’odore del vino non lo senti più talmente sopraffatto dal terribile odore dell’aceto.

Viceversa; se nella damigiana c’era l’aceto, e poi ci metti il vino; se la damigiana non è stata purificata bene, con tutto che c’è il vino nella damigiana; il vetro interno continuerà ad emanare l’odore di aceto. Quantunque, vi voglio spiegare che il cattivo che diventa buono non sarà mai come uno che è sempre stato buono; perché alcune tracce rimangono sempre. La cosa più brutta è quando nella damigiana non c’è né aceto né vino; perché essendo vuota è come se non esistesse. Quindi se si comprende che dobbiamo riempire la nostra anima; possibilmente con ciò che ci piace di più; come ad esempio le donne riempiono la propria anima con i segreti ed è compito degli uomini di non scoprirli; come non bisogna scoprire i segreti di Dio.

Per questo l’uomo non deve scoprire i segreti di sua moglie; perché sono cose che fanno parte della sua anima e non devono essere violate. Le cose più sono segrete e più hanno valore; sono questi i sentimenti delle donne. La donna ha bisogno di segreti, perché altrimenti si sentirebbe vuota e insoddisfatta. Oltretutto fa parte anche della natura della donna di impicciarsi nelle cose che non la riguardano. Se la donna si riempie l’anima con i segreti; gli uomini con cosa?

Il caso di Riccardo è particolare; perché si riempie l’anima con le anime degli altri; usando i suoi poteri diabolici. Non si può permettere una cosa del genere; perché Riccardo potrebbe diventare l’essere perfetto possedendo tante anime dentro di sé. Una cosa da chiedersi ci sarebbe; ovvero Riccardo potrebbe essere considerato un essere felice o no?

Chissà; forse non dato che è condannato a lottare contro Dio che poi è la cosa più brutta; dopotutto Riccardo amava Dio e si è trovato costretto a combatterlo per non soffrire e non perché lo odiasse. La cosa che ci fa pensare è che Riccardo sia tremendamente infelice; perché combatte ciò che amava di più; quindi da qui la peggiore maledizione che si possa avere nella vita. Riccardo si trova a continuare ad amare Dio ed ad odiarlo e combatterlo; da qui la domanda è lecita; Riccardo è il prescelto per cosa? Per rappresentare l’amore di Dio o per rappresentare l’odio per Dio? Solo lui poteva avere il privilegio di fare le due cose allo stesso tempo. Quindi; Riccardo è il prescelto per rappresentare questa differenza; cioè la trasformazione di un sentimento così forte che non si può estinguere; ma solo trasformare e quindi con tutta la mutazione un po’ di sentimento c’è sempre; come l’esempio della damigiana con il vino; anche se guastato dall’aceto; il vino in fondo alla damigiana c’è ancora e chissà; si potrebbe separare?

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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